Opium (1977)
vs
Gilda (1946)
vs
Gilda (1946)
Mundson: "Gilda, are you decent?"
Gilda: "Me? Sure ... I'm decent."
(from "Gilda", 1946)
When Pierre Dinand, creator of the first bottle of Opium, asked Yves Saint-Laurent his thought about "Orient", he answered: "Flowers of fire". Whether it's a reference to fireworks, born in the Far East, or to the visual effect you get when you close your eyes and press the eyeballs with your fingers, it does not matter, because in those few words Saint-Laurent synthesized the olfactive essence of the masterpiece created in 1977 by Jean-Louis Sieuzac for the Parisian maison.
watch the movie
It's just the first sequence in which Rita appears to seem soffused with the sensual fragrance of Opium.
As Gilda's hypnotic smile.
Eau de toilette
Nose: Jean-Louis Sieuzac
Bottle designed by Pierre Dinand
Family: Oriental spicy
Olfactory Pyramid: Opium has got a very complex olfactory pyramid including
notes of incense, cloves, cinnamon, lily of the valley, carnation, jasmine, myrrh, amber, mandarin, bergamot, vanilla, sandalwood, musk, oppoponax.
Cast: Rita Hayworth Gilda; Glenn Ford: Johnny Farrell: George Macready: Ballin Mundson
Photography: Rudolph Mate
In 1946 the movie was entered into Cannes Film Festival
In 2013 it was included in the National Film Registry of the Library of the United States Congress.
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Opium (1977) Vs Gilda (1946)
Mundson: Gilda, are you decent?
Gilda: Me? Sure...I'm decent
(from Gilda, 1946)
Quando Pierre Dinand, il creatore del primo flacone di Opium, chiese a Yves Saint-Laurent quale fosse la sua idea di Oriente, lo stilista rispose: fiori di fuoco. Che fosse un riferimento ai fuochi pirotecnici nati nelle lontane terre d'oriente o all'effetto visivo che si ottiene quando si chiudono gli occhi e si premono i globi oculari con le dita, non importa; perché in quelle pochissime parole Saint-Laurent aveva sintetizzato l'essenza stessa del capolavoro olfattivo creato nel 1977 da Jean-Louis Sieuzac per la maison parigina.
Se il fiore rappresenta l'eleganza e la bellezza della femminilità che sboccia in una miriade di colori, così il fuoco esalta il lato più passionale e seducente di ogni donna. Sensualità rovente che inebria senza compromessi, racchiusa in una piramide olfattiva estremamente complessa e ricca, che ha poco a che vedere con la versione attualmente in commercio, profumo riformulato e molto meno intenso del concept originale. Ma si sa che i classici non hanno età e che affascinano sempre. Come certe pellicole che possiamo definire vintage solo perché fanno parte di un periodo lontano dal nostro. Come certi “fiori di fuoco” che assumono i tratti conturbanti e pericolosi di una femme fatale. Come Rita Hayworth in Gilda. Gilda è un film noir diretto da Charles Vidor nel 1946. Fumosi locali notturni, affari pericolosi, bische, malavita, lusso scintillante e tradimenti accompagnano la tormentata storia d'amore di Gilda (Rita Hayworth) e Johnny (Glenn Ford), fino al sospirato epilogo. Rita attraversa il film con la fiammeggiante determinazione di una dark lady che non lascia prigionieri al suo passaggio, ma solo vittime del suo fascino narcotico. Basta che faccia scivolare lentamente un lungo guanto di seta nera dalla candide braccia o rovesci la testa all'indietro in una turbinio di capelli fulvi per portare alla dannazione per sempre l'uomo che la sta guardando.
Ed è proprio la prima sequenza del film in cui appare che sembra intrisa della sensuale fragranza di Opium.
Ballin Mundson, il marito di Gilda, vuole fare una sorpresa all'amico e collaboratore Johnny e lo porta a conoscere una persona. Entrano in una stanza da cui escono le note di una canzone suonata in radio. Sei vestita, cara? chiede Ballin. Io? Risponde lei. E appare, smagliante come una visione. I capelli sciolti in morbide onde le incorniciano il viso. Lo sguardo stupito e luminoso. Effluvi di succoso mandarino e di mirra aromatica la avvolgono. Il soave mughetto si accende dei toni pungenti dei chiodi di garofano e della cannella. Note fruttate e speziate scaldano la sequenza che vibra di magnifica femminilità. Bastano pochi sguardi tra Gilda e Johnny per capire che tra i due in passato era nata una liaison. Turbamento e sorpresa negli occhi di lui. Un fremito negli occhi di lei. Ora è la moglie di Ballin. Il tempo si ferma, i cuori battono forte. La fragranza si scioglie tra i petali di fiori opulenti e lussuosi, gelsomino e garofano. L'espressione di Gilda ha la languida intensità di un amore mai sopito. Resine dorate e ipnotiche si insinuano tra la magnificenza dei fiori. Il dado è tratto. Johnny.... ripete Gilda con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, in segno di scherno e sfida. Il gioco si sta trasformando in un sensuale jeu à deux dove ogni mossa appare rischiosa, complessa e affascinante. Ed ecco che compaiono le note di fondo di Opium, profonde e passionali. Incenso, ambra, muschio, legno di sandalo, vaniglia si fondono in un blend intenso e caldo che abbraccia la pelle di Gilda, la accarezza e come le volute del fumo della sua sigaretta, si espande in onde profumate impetuose e inafferrabili. La potente traccia olfattiva di Opium è come una rete seduttiva che imprigiona naso e cuore, così come Gilda intrappola Johnny nelle maglie di una sensualità senza limiti. I fiori di fiamma bruciano in una miriade di note vellutate, carnali e speziate, vellutate come la pelle di Gilda, carnali come il suo sguardo e speziate come i suoi ribelli capelli fulvi. E per quanto ci proviate, non riuscirete facilmente a sbarazzarvi di questo profumo che vi prenderà l'anima. Come il sorriso ipnotico di Gilda.
Opium – Yves Saint-Laurent 1977
Eau de Toilette
Naso: Jean-Louis Sieuzac
Bottiglia disegnata da Pierre Dinand
Famiglia: Orientale speziata
Piramide Olfattiva: Opium ha una piramide olfattiva molto complessa in cui emergono
note di incenso, chiodi di garofano, cannella, mughetto, garofano, gelsomino, mirra, ambra, mandarino, bergamotto, vaniglia, legno di sandalo, muschio, oppoponax.
Gilda – Charles Vidor 1942
Cast: Rita Hayworth: Gilda; Glenn Ford: Johnny Farrell: George Macready: Ballin Mundson
Fotografia : Rudolph Mate
Il film fu presentato in concorso al Festival di Cannes del 1946.
Nel 2013 è stato incluso nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d'America.
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