At the end
of the Fifties the first spray bottles appeared, gas-powered, ( called
"atomiseur", or "gas-propellant sprays") , but the real
success of this innovative system arrived only in the Eighties, with the advent
of "natural spray" system, which did not involve artificial gases,
prohibited by law.
Since the
Eighties “splash” bottles experienced a gradual decline, until disappearing -almost
completely- at the end of the Nineties. In 2000s splash bottles were very rare,
except for the aftershaves, and now virtually extinct, except for special cases
(usually limited edition bottles).
The
advantages of the spray compared to the splash are undeniable: it's more practical,
more comfortable, also more hygienic, the perfume has a lower evaporation during the years, it is not in contact with the air, and the spray is more or
less standardized as quantity of perfume elapsed.
But above
all, the most important thing is: the scent is "distributed " in a better
way on the skin, since the " air-and-liquid" cloud that is formed reaches the skin in a more evenly way.
And the
difference with the "splash" can be huge. The same “spray” fragrance may
be different from the “splash” one. And the advantage, often, is on the spray
side. There could be the suspect that
the spray "smells better, and smells more". Of course, it shouldn’t
be so, since the scent is the same: what we see is a phenomenon of correct /
incorrect "distribution" of the perfume.
So what?
The proposed solution is to transform your old “splash”
perfume into a "spray" one.
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Alla fine degli anni Cinquanta apparvero i primi flaconi
spray, funzionanti a gas (“atomiseur”, “gas propellant spray”), ma il vero
successo di questo innovativo sistema arrivò solo a partire degli anni Ottanta,
con l’avvento del “natural spray” che non prevedeva più l’utilizzo del gas, peraltro
proibito dalla legislazione vigente. A partire dagli anni Ottanta i flaconi splash conoscono un progressivo declino, fino a sparire quasi completamente alla
fine degli anni Novanta. Già nel 2000 i flaconi splash erano diventati
rarissimi, se si eccettuano i dopobarba, e oggi sono praticamente estinti,
tranne casi particolari (di solito flaconi ad edizione limitata).
I vantaggi dello spray rispetto allo splash sono innegabili:
sono più pratici, più comodi, volendo anche più igienici, il profumo evapora di
meno rispetto al flacone splash, si “inquina” di meno dal momento che non è a
contatto con l’aria, se ne spreca di meno dal momento che lo spruzzo è –più o
meno- standardizzato.
Ma soprattutto, con lo spray avviene la cosa più importante:
il profumo viene “distribuito” meglio sulla pelle, la nuvola spray
“aria-liquido” che si forma va a irrorare la pelle in maniera più omogenea.
E la differenza con lo “splash” si avverte, eccome. Lo
stesso profumo in versione spray può risultare differente da quello in versione
splash. E la differenza, sovente, va a vantaggio della versione spray. Si ha
l’impressione che lo spray “profuma meglio, e di più”. Ovviamente non dovrebbe
essere così, dal momento che il profumo è identico: quello a cui assistiamo è
un fenomeno di corretta/errata “distribuzione” del profumo.
Come fare allora? La soluzione proposta è quella di
trasformare in “spray” i vostri vecchi profumi “splash”.
Personalmente prediligo la versione splash degli edt vintage, da gettarsi a piene mani sul collo e sul corpo, oltre che sul viso. D'inverso sui maglioni scuri. Alcune volte li travaso in piccolo vaporizzatori come ha i mostrato qua. Fino alla prima metà degli anni '90 si trovavano.
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